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No, il costo dei conti correnti, aumentato due anni fa, non è più attuale: la Banca d’Italia sollecita le banche a rivedere i costi

Posted by Roberto Di Napoli su 22 febbraio 2023

In un breve post del 31 luglio scorso esprimevo una mia riflessione sull’attualità del costo dei conti correnti che, aumentato e giustificato, anni fa, dalle banche a causa dei maggiori oneri dalle stesse sostenuti per i depositi sulle giacenze e del tasso Euribor negativo, risulterebbe, ora, non più attuale in considerazione del mutato mercato del credito in cui il tasso Euribor è tornato positivo e la BCE, nell’ottica ridurre l’aumento dell’inflazione, ha adottato una politica di graduale aumento dei tassi di riferimento (cliccare qui per leggere il mio post del 31 luglio scorso). Mi chiedevo, in particolare, “è ancora attuale la giustificazione fornita, due anni fa, dalle banche per aumentare i costi di gestione dei conti correnti già, peraltro, gravati da imposte e altre commissioni?“.

La mia riflessione, evidentemente, non era infondata. Pochi giorni fa, la Banca d’Italia ha lanciato un monito alle banche. L’organo di Vigilanza, secondo quanto riportato in un articolo pubblicato il 19 febbraio scorso sul sito del Sole 24 Ore (G. Ursino, Finalmente è arrivata l’attesa strigliata di Banca d’Italia alle banche), avrebbe invitato gli intermediari bancari a tenere presente che l’aumento dell’inflazione non può giustificare modifiche unilaterali delle condizioni economiche dei conti correnti a sfavore dei clienti. Ha, inoltre, invitato le banche a riconsiderare quell’aumento del costo che, giustificato dalla situazione esistente anni fa con il tasso Euribor negativo, potrebbe considerarsi non più attuale dato il mutato quadro economico dovuto anche alla politica monetaria restrittiva e all’aumento dei tassi deciso dalla BCE .

E’ auspicabile, pertanto, che tutte le imprese creditizie seguano quanto già fatto da alcune banche che hanno ridotto spontaneamente i costi dei conti correnti. Sarebbe, questo, un gesto conforme al principio di correttezza e buona fede e quanto mai opportuno visto l’enorme squilibrio tra le notevoli difficoltà di imprese e famiglie da una parte e, dall’altra, i ricavi e utili record conseguiti nel 2022 (forse, soltanto) dalle banche (vedasi articolo pubblicato su Il Sole 24 Ore PLUS: L’anno d’oro delle banche: pioggia di utili nel 2022. Cosa si nasconde dietro il boom)

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